Come l’Italia è diventata l’uomo malato dell’Europa di questo secolo?

Per l’ultimo del 2002 I romani si sono trovati in piazza di Trevi per buttare via le loro lire nella famosa fontana. Ci sono state delle feste quando gli italiani hanno preso possesso della nuova moneta di Euro messa in vigore dal primo giorno dell’anno nuovo. Nonostante la speranza che l’introduzione di un’unica moneta europea possa fornire un nuovo inizio per l’economia italiana i risultati sono stati diversi. La crescita della zona euro in totale è stata scarsa, ma l’Italia è stata proprio triste. La Grecia e la Spagna avevano almeno qualche “boom” prima del loro crollo. Germania e Francia sono riuscite a recuperare il terreno perso nella profonda recessione del 2008-09.

Ma in paragone con l’inizio del nuovo millennio la crescita della produzione nazionale pro capite italiana è di soli 4% e inoltre l’economia attuale è inferiore a quella del 2008. Dal anno dell’unità d’Italia fino ad oggi la natalità è diminuita fino ad arrivare ad un minimo nel 2014. Tra l’altro, il numero dei disoccupati è dell’11.6 per cento e la compartecipazione al mercato europeo di lavoro è minore rispetto agli altri paesi UE. In un eventuale gara tra i paesi europei nel XXI secolo per lo stato più malato, l’Italia prenderebbe il primo posto. La terza maggiore economia dell’Europa ha un grave problema – i costi per la produzione dei servizi e beni sono più alti rispetto a quelli delle altre economie dell’Unione Europea. A causa di tutti questi fattori L’Italia esporta meno prodotti di altri paesi sviluppati.

Ci sono vari ragioni per questo: Innanzitutto,  le piccole imprese erano le dominanti nel settore di manifattura italiano, tante delle cui erano  gestite da famiglie, però, sono state riluttanti a investire, povere nell’innovazione e lente ad adattarsi  alle nuove soluzioni tecnologiche ed informatiche degli anni ’90. La crescita della produzione è stata nettamente più bassa che in Germania o in Francia.

Dall’altra parte, dopo l’ingresso della Cina nell’Organizzazione mondiale del commercio nel 2001   la produzione di manufatti a basso costo è stata praticamente monopolizzata da loro che ha avuto un impatto forte sull’economia italiana, poichè, questo era un suo ‘importante settore economico.

La bassa competitività dell’Italia è un problema che persiste ormai da tanti anni. Dalla seconda guerra mondiale, ha avuto la tendenza ad avere costi più elevati e una maggiore inflazione rispetto ai paesi rivali. Ma fino all’adesione all’euro, l’Italia è riuscita a mantenere la competitività abbassando il valore della lira, ottenendo come risultato un costo minore per l’export. Con questa opzione non più disponibile, il governo doveva trovare una soluzione diversa – ristrutturare completamente  il mercato di lavoro.

Questi, tuttavia, si sono rivelati impopolari, e spiegano perché i cambiamenti costituzionali di Renzi furono pesantemente sconfitti nel referendum.